(Sul primo periodo dei Police) "Ho trascorso troppo tempo con musicisti professionisti che non aspettavano altro che infilarsi in un pub dopo le prove. Questo è un gruppo molto compreso nel suo lavoro, ed anche molto professionale, ed ho avuto fiducia nel suo successo fin dall'inizio, anche se ci sarebbe voluto tempo. Sentivamo tutti che avevamo in mano qualcosa che avrebbe funzionato"

"Un sacco di gente pensò che avessi perso qualche rotella. Credo che quando annunciai per la prima volta ad un gruppo di amici che mi univo ad un complesso New Wave chiamato The Police, ci fu una discreta quantità di risolini di scherno alle mie spalle, specie quando ci tingemmo i capelli"

(Nel periodo di Reggatta De Blanc) "Ora tutto si muove molto rapidamente per noi. La risposta del pubblico in Ighilterra è assolutamente folle. Prima di imbarcarci in questo tour ricevevamo duecento lettere al giorno ed i ragazzini cominciavano a bighellonare davanti alle nostre case"

"Credo che Message In A Bottle sia il pezzo migliore che io abbia mai suonato in vita mia. Penso che sia un gran disco, e vederlo al primo posto delle classifiche è stato un extra. In questo momento per me è quella la musica ideale dei Police. Lì abbiamo dato il meglio di noi stessi. (...) Prima dei Police la tendenza di tutti i gruppi a tre è stata di sparare al massimo il volume, di fare un casino d'inferno con la batteria e spremere migliaia di note al secondo dalla chitarra. Il nostro approccio è l'opposto, più vicino ad un certo minimalismo: tentiamo di utilizzare molto più spazio ed è qui che il reggae ci ha aiutati parecchio"

(Sul concerto a Bombay) "L'intera operazione venne condotta come se si trattasse di un'impresa militare. Dapprima ci sembrò strano, poi la cosa ci prese. Miles ingaggiò questi tipi, Mr. Udo ed 'i suoi ragazzi', come li chiamava. Era un personaggio alla Al Capone, ed 'i suoi ragazzi' portavano tutti delle giacche con la scritta Police e dei walkie-talkie. Dovunque andassimo ne avevamo uno davanti in macchina ed uno dietro in un'altra macchina che parlottavano continuamente con i loro walkie-talkie. Dovunque andassimo tardi la notte loro erano sempre lì, ad aspettare fuori dalla porta finchè ce ne fossimo andati, e ci riportavano sempre in casa fin sulla porta, per essere sicuri che fossimo in camera. Poi, come prima cosa al mattino, a qualunque ora ci alzassimo, eccoli lì fuori dalla nostra porta che mugolavano nei loro walkie-talkie, 'Sta scendendo per la colazione' oppure 'Sta attraversando la hall'. Era pura follia, ma dopo un pò cominciò a divertirci"

(Sulla situazione fiscale) "Si, credo proprio di essere diventato un esule fiscale e può essere davvero seccante star lontani da Londra, dove pare che ancora tutto avvenga. Ma mettiamola così. L'alternativa sarebbe perdere il 60% dei miei guadagni, ed è un casino di soldi!"

(Su Zenyattà Mondatta) "Quest'ultimo album è stato come un'erezione, fatto con una fretta tale. Avevamo soltanto un mese per realizzarlo ed abbiamo dovuto ritagliare una settimana nel bel mezzo delle registrazioni per tornare in Inghilterra a suonare a Milton Keynes.(...) L'ultima sera in studio, restammo fino alle quattro del mattino a mettere tutti i brani in ordine ed il giorno dopo dovevamo partire per un concerto in Belgio. Dovemmo letteralmente schizzare fuori dallo studio, senza neppure il tempo di pensare a quello che avevamo fatto o di ascoltare i nastri per assicurarci che il 'cut' fosse giusto".

 

Fonte: 'The Police' (libro pubblicato in Italia nel 1982 dai fratelli Gallo)

 

LE INTERVISTE CHE SEGUONO MI SONO STATE GENTILMENTE FORNITE DA UMBERTO

 

Intervista sul progetto 'I Advance Masked' (Rockstar - 1982)

File .zip (906 Kb)

 

'Diario di studio' (Rockstar - 1983)

File .zip (689 Kb)

 

'Terzo grado ad Andy Summers' (Ciao 2001 - 1983)

File .zip (647 Kb)

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